TAIJIQUAN
(Tai Chi Chuan)
Il Taijiquan (o Tai Chi Chuan) è una disciplina marziale cinese. Uno stile interno di quello che comunemente è conosciuto come Kung Fu (o Wushu).
L’innegabile legame con la Medicina Tradizionale Cinese, i suoi profondi aspetti filosofici e una piccola dose di misticismo orientale l’hanno trasformato in una disciplina completa sotto tutti i punti di vista.
“Un misto di poesia e prestanza fisica, consapevolezza corporea e saggezza, la forma esoterica di un’idea antica che sfida ogni spiegazione tecnica”
Un viaggio continuo alla ricerca di migliorare se stessi, la propria consapevolezza e il proprio modo di interfacciarsi con la vita di tutti i giorni.
Il Taijiquan nel 2020 è stato riconosciuto dall' UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
L'A.s.d. Il Tempio del Tai Chi è uno dei pochi posti in italia ad avere un percorso didattico di questa disciplina che comprende 3 diversi stili (Wudang, Chen, Yang), al fine di donare al praticante la massima consapevolezza.
STORIA E LEGGENDA
La storia dell'antica Cina e della sua cultura, si perde nella notte dei tempi, tra realtà e fantasia, tra miti e leggende... così come la storia del Taijiquan. I primi cenni attribuibili a questa disciplina risalgono al 3000 a.C. e più precisamente alla divinità Imperatore Fu-Xi. Primo simbolo di civilizzazione cinese, viene ricordato come colui che inventò la scrittura, la musica, il calendario e la Grande Danza, una ginnastica per migliorare la salute dei suoi sudditi.
Ma è durante la Dinastia Sung, intorno al 1200 d.C., che il Taijiquan prende leggendariamente forma grazie al mito di un monaco taoista esperto di Arti Marziali e Alchimia interiore: Zhang Sanfeng.
Nato verso il 1270 d.c., era un uomo di grande corporatura e capacità eccezionali. Una delle leggende narra che questo monaco, ritiratosi in meditazione in un antico bosco, un giorno vide un combattimento tra una gru ed un serpente e rimase colpito da come i sinuosi e circolari movimenti di quest'ultimo avessero la meglio sui fulminei e rettilinei colpi della gru. Fu allora che decise di inventare un’arte marziale che si ispirasse al TAO ed ai suoi principi. Grazie a questa storia/leggenda il Taijiquan cominciò ad avere anche la sua prima collocazione geografica: le famose Montagne Wudang (Wudang Shan), luoghi sacri e ricchi di monasteri Taoisti.
Ma è a cavallo del 1600 d.C. che questa disciplina trova riscontri storici ufficiali, grazie ad un generale dell'esercito imperiale: Chen Wangting. Combattente insuperabile, ritiratosi dalle cariche pubbliche dopo la caduta della dinastia Ming, dedicò la sua vita alla codificazione di sequenze di movimenti che convogliassero le sue abilità, per poterle così trasmettere ai suoi discendenti. Fu proprio grazie ad uno di loro, Chen Changxing, che il Taijiquan della famiglia Chen prese "forma".
Pare da recenti ricerche che quest'ultimo perfezionò lo stile familiare integrandolo con lo studio delle arti marziali interne dei Templi Wudang.
Dalla famiglia Chen naquero infine due principali ramificazioni dello stile:
Laojia (vecchia intelaiatura) e Xinjia (nuova intelaiatura).
Chen Changxing viene ricordato anche perchè per primo insegno il Taijiquan ad un membro esterno alla famiglia: Yang Luchan.
E fu così che nacque intorno al 1800 d.C. il più famoso e diffuso stile di Taijiquan, quello della famiglia Yang. Nel corso dei secoli e delle generazioni, le sequenze hanno subito modifiche, semplificazioni cercando di non perderne l'essenza. Pare che la sequenza di Yang Ban Hou (uno dei due figli di Luchan) sia rimasta la più fedele e vicina allo stile Chen.
Nel 1930 Yang Chen Fu (III generazione) diede la possibilità al mondo di conoscere il Taijiquan, codificando una forma "Tradizionale" (108 movimenti). Fino ad oggi sono state codificate innumerevoli sequenze sempre più semplificate per lo studio di questa disciplina ai neofiti (Forma 24, Forma 48, etc...).
Non meno importanti sono gli stili di Taijiquan nati in seguito a queste principali ramificazioni (dal 1800 in poi), quali:
lo stile Wu/Hao, lo stile Wu, lo stile Sun e lo stile Fu.
L'ultima importante forma è stata codificata nel 1989 dal Maestro De Li Yin per il Comitato Sportivo Cinese. La forma internazionale o 42 movimenti è nata con lo scopo di combinare i movimenti degli stili di Taijiquan più famosi (Chen, Yang, Sun, Wu) per preservarne i benefici e rappresentare al meglio i principi di questa meravigliosa disciplina.
BENEFICI PER LA SALUTE
Negli ultimi anni la medicina occidentale ha dedicato molte ricerche al Taijiquan, per scoprirne i segreti e certificarne i benefici per la salute.
Fin da tempi remoti la Medicina Tradizionale Cinese inseriva pratiche di Taijiquan e Qi Gong all'interno di terapie e cure affini e la popolazione stessa praticava quest'arte marziale all'alba o al tramonto allo scopo di prevenire patologie e allungare la vita.
I movimenti lenti, circolari e continui se praticati con costanza e concentrazione apportano un notevole miglioramento sulla postura con grandi benefici per schiena, spalle e collo, contrastando anche l'insorgere di artriti.
Le ricerche mediche hanno evidenziato che la pratica regolare del Taijiquan apporta evidenti miglioramenti nel controllo dell’equilibrio, nella flessibilità delle articolazioni e nelle performance del sistema cardiovascolare, tutti elementi che per le persone più anziane riducono il rischio di cadute e di ictus.
Il Taijiquan viene anche indicato per la riabilitazione di chi ha sofferto di attacchi di cuore e per le persone che soffrono di ipertensione, colesterolo alto, problemi all’apparato cardiovascolare, fibromialgie, osteoartriti, dolori reumatici e articolari, morbo di Parkinson, malattia di Alzheimer e sclerosi multipla.
Diverse ricerche indicano che la pratica del Taijiquan, se protratta per un po' di tempo, è in grado di ridurre il contenuto di colesterolo cattivo (LDL) e dei trigliceridi nel sangue.
Fra gli altri effetti benefici del Taijiquan a livello mentale e fisico sono da ricordare la riduzione dello stress, la normalizzazione del battito cardiaco, l'abbassamento della pressione sanguigna, il miglioramento delle difese immunitarie e la riduzione dei sintomi della sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
LA PRATICA
Ci sono diversi metodi di insegnamento e diverse scuole di pensiero in merito alla pratica del Taijiquan. Cercando di essere più fedeli possibile alla tradizione e rispettando tutti gli aspetti di questa meravigliosa disciplina, lo studio viene suddiviso in:
Nei Gong (Nei Kung)
Letteralmente significa lavoro interno.
Un insieme di esercizi che lavora sulla forza della struttura, sui tendini ed i legamenti, e sullo sviluppo della forza elastica. A differenza del più famoso stretching, nel Nei Gong è “l’interno” che muove “l’esterno”, armonizzando muscoli superficiali e profondi al fine di migliorare velocità, elasticità e potenza.
Qi Gong (o Chi Kung)
Letteralmente significa lavorare con l’energia (Qi).
Il Qi Gong riunisce in se una serie di pratiche e di esercizi collegati alla medicina tradizionale cinese e alle arti marziali che prevedono la meditazione, la concentrazione mentale, il controllo della respirazione e particolari movimenti di esercizio fisico.
Forme (Lu)
Sono le sequenze di movimenti che rappresentano l'anima del Taijiquan.
A seconda dello stile praticato le sequenze e le posture possono variare, ma tutte indistintamente se eseguite secondo i principi della disciplina sono ugualmente efficaci.
Le forme più comuni sono quelle eseguite a mani nude, ma si possono trovare anche forme che utilizzano le armi tradizionali della disciplina (Spada, Sciabola, Bastone, Lancia e Ventaglio).
Gli stili di Taijiquan praticati nell'associazione sono Wudang, Chen e Yang.
Tui Shou
La spinta con le mani è una tecnica del Taijiquan che costituisce un’introduzione alla pratica marziale ed alla sua strategia. Praticata in coppia, serve a sviluppare stabilità, sensibilità, reattività, senso della distanza, tempismo, insegna a gestire l’aggressività e quindi a conquistare un maggior equilibrio interiore.
L'esercizio può anche essere interpretato come una ricerca di equilibrio reciproco nel quale i due marzialisti modificano in modo complementare il proprio stato di yin-yang in un continuo movimento oscillatorio. Finalità dell'esercizio non è, quindi, "vincere" ma sviluppare coordinamento, fermezza, morbidezza e capacità di "sentire" l'energia dell'avversario per meglio utilizzate la propria.
Applicazioni Marziali
Le tecniche di combattimento nascoste nei morbidi e delicati movimenti del Taijiquan.
Esse comprendono colpi, spinte, proiezioni e le affascinanti tecniche di leva e controllo articolare (Qinna).
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